Una premessa è d’obbligo. Come tutti, il medico estetico è tenuto ad operare in “scienza e coscienza”. Non sempre, però, questo avviene ed è per questo che è importante, curriculum a parte, valutare con attenzione alcuni comportamenti che possono essere la spia di un operare eticamente corretto e in totale sicurezza.
Filler: una procedura medica a tutti gli effetti
Sempre più richiesti per migliorare l’estetica del viso, i filler dermici devono essere considerati un trattamento medico a tutti gli effetti. Una precisazione importante perché fa comprendere come a gestire il ritocco con l’acido ialuronico o con altre sostanze, possano essere solo ed esclusivamente i laureati in medicina o, come stabilito di recente, anche in odontoiatria. Non si può pensare quindi che si possa fare un ritocco in un salone o in istituto di bellezza e men che meno nel salotto di chi si improvvisa medico estetico ma non lo è.
Usare un dispositivo medico come può essere un acido ialuronico, impiegato come filler ma anche come biorivitalizzante, e non avere la qualifica per farlo rappresenta un vero e proprio illecito che può anche essere denunciato da chi ne venga a conoscenza. Questo anche perché il filler, pur essendo una pratica che vanta grande sicurezza, scarse controindicazioni e rari effetti collaterali, presenta comunque alcuni rischi come ha recentemente sottolineato anche la FDA. Non va mai scartata infatti la possibilità che l’infiltrazione scateni reazioni allergiche, provochi infezioni o, pensando alle conseguenze più gravi, causi una necrosi del tessuto. Si tratta di complicanze rare ma possibili che solo un medico può gestire in tempi rapidi evitando che si trasformino in danni permanenti.
Il medico estetico? Meglio se specializzato
E se la sicurezza di un filler dipende dal fatto che venga utilizzato da chi per legge ne ha la competenza, il risultato è del tutto legato alla professionalità di chi lo esegue. Partendo dalla scelta del materiale da usare per arrivare alla tipologia di prodotto da iniettare. Nella grande famiglia degli acidi ialuronici, ad esempio, esistono formulazioni calibrate per i vari ritocchi sulle diverse parti del viso. Conta molto poi la tecnica iniettiva e sempre in funzione del risultato finale vanno tenute in considerazione la conoscenza approfondita dell’anatomia da parte dello specialista e la manualità.
Tutto questo rende chiaro quanto sia opportuno rivolgersi sempre a un medico che abbia seguito un percorso formativo ad hoc dopo la laurea. Un dato per altro oggi facilmente verificabile visto che sul web sono gli stessi professionisti a riportare il loro curriculum vitae così che possa essere chiaro a tutti il loro percorso formativo. Un discorso questo che vale per i filler ma che si può estendere a qualsiasi altro trattamento di medicina estetica che preveda l’utilizzo di apparecchiature di esclusiva competenza medica come ad esempio il laser.
A cosa prestare attenzione prima
Se leggere il curriculum è importante per avere la certezza di rivolgersi al professionista giusto, altrettanto lo è “alzare le antenne” e valutare con attenzione alcuni comportamenti che ne denunciano con chiarezza la professionalità. Il primo incontro, ad esempio, è basilare. Meglio diffidare di un medico estetico frettoloso che punta ad eseguire immediatamente il trattamento senza prendere il giusto tempo per una visita preliminare. L’incontro pre-trattamento infatti è un momento basilare, per il paziente che può esprimere i suoi desideri ma anche dubbi e preoccupazioni, ma soprattutto per il medico.
Nel corso del colloquio il medico estetico deve infatti raccogliere dati sulla storia clinica del soggetto, sulle patologie di cui soffre, sui farmaci che assume. Sono indicazioni basilari dal momento che non è opportuno intervenire con un filler in presenza di malattie autoimmuni oppure se sono stati eseguiti di recenti vaccinazioni o trattamenti chirurgici e odontoiatrici. Gravidanza e allattamento sconsigliano il ricorso ai filler così come la presenza di infezioni in atto. La visita preliminare serve anche al professionista per studiare con attenzione la fisionomia del volto e proporre gli interventi che ritiene più opportuni per migliorare l’aspetto nella direzione, dove possibile, indicata dal paziente.
Il consenso informato: un obbligo per il medico estetico
Va sempre tenuto presente che un professionista per definirsi tale deve attenersi scrupolosamente ai suoi obblighi. E uno di questi è far firmare al paziente il consenso informato prima di qualsiasi trattamento. Saltare questo passaggio chiave rappresenta un campanello di allarme da non sottovalutare. È bene in ogni caso leggere il consenso informato prima di firmarlo per verificare che riporti, sempre come da indicazione di legge, le possibili conseguenze del trattamento, con esclusione soltanto di quelle eccezionali e altamente improbabili.
A cosa far attenzione dopo
Anche al termine dei trattamenti, alcuni semplici passaggi possono mettere in luce la professionalità del medico estetico. Che dovrebbe sempre consegnare, senza che sia il paziente a doverglielo chiedere, il talloncino presente sulla confezione della sostanza iniettata che permette di risalire al lotto in caso di effetti non desiderati. Avere il talloncino è fondamentale anche qualora, per le ragioni più diverse, ci si voglia rivolgere in tempi successivi a un altro medico.
Spia di professionalità sono anche le attenzioni rivolte al paziente al termine della seduta che consistono nel dare una serie di indicazioni su cosa è bene fare e cosa invece evitare, sugli eventuali cosmetici da usare, sulle tempistiche da rispettare e così via.