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Ringiovanimento dell’orecchio: il ruolo del filler

Ringiovanimento dell’orecchio: il ruolo del filler

Ringiovanimento dell'orecchio: il ruolo del filler

Se ne parla poco e ci si pensa ancor meno, ma l’estetica dell’orecchio conserva un ruolo rilevante nell’aspetto giovane di un viso. Non stiamo parlando di orecchie a sventola e di altri inestetismi che riguardano la loro morfologia, ma di invecchiamento cutaneo. Con il passare del tempo, anche la pelle che riveste il padiglione auricolare invecchia, in particolare il lobo.

La buona notizia è che si può rimediare con filler di acido ialuronico, che ripristinano la giovinezza di un’area spesso dimenticata. Ce ne parla il dottor Fabrizio Melfa, medico estetico e docente presso l’Università degli Studi di Pavia al Master in Medicina Estetica e del Benessere.

Come appare un orecchio invecchiato?

«Nel tempo la cute del lobo tende a perdere il suo turgore, divenendo più sottile e fine. È un fatto fisiologico, a cui aggiunge la forza di gravità: i lobi possono allungarsi e pendere verso il basso, un fenomeno evidente soprattutto in chi ha avuto l’abitudine di portare orecchini molto pesanti per buona parte del giorno. Una volta comparsi i segni di invecchiamento, inoltre, alcune donne ricorrono a gioielli grandi (quindi, pesanti), allo scopo di nasconderli. E così possono peggiorare la situazione.

Tuttavia, il processo di invecchiamento non è uguale per tutti, dipende dalla risposta individuale al passare degli anni, è il cosiddetto cronoaging. Non è raro incontrare pazienti con una marcata elastosi (processo degenerativo dell’elastina ndr) già a 40 anni e altri che a 60 anni presentano ancora tessuti relativamente elastici».

Perché intervenire con la medicina estetica?

«Per meri motivi di carattere estetico. In un viso ringiovanito, o comunque curato con altre metodiche estetiche, orecchie con lobi penduli o avvizziti possono risultare stridenti, compromettendo così il risultato finale. Specifichiamo che si tratta comunque di un intervento di “nicchia” che spesso non rappresenta una priorità, soprattutto quando ci si approccia alla medicina estetica per la prima volta. Ma l’armonizzazione in medicina estetica è un concetto che sta prendendo sempre più piede: in quest’ottica, anche le orecchie concorrono a rendere il viso nel complesso più fresco e riposato».

Quali sono i trattamenti più indicati per ringiovanire l’orecchio?

«Il filler all’acido ialuronico è il trattamento d’elezione per dare un aspetto più giovane alle orecchie. Serve a rimpolpare la pelle del lobo che negli anni si è svuotata».

Come si effettua il filler alle orecchie?

«Attraverso micro-iniezioni sottocutanee si inserisce l’acido ialuronico nelle zone da riempire e modellare. Ciò che cambia è il peso molecolare e il cross-linking dell’acido ialuronico. Nelle pazienti più giovani o che presentano una cute piuttosto morbida, si usa una molecola più fluida ma mai molto fluida o libera. Nei casi invece di lobi molto assottigliati si procede con acido ialuronico più denso e duro, quindi ad alto peso molecolare».

Si interviene solo sul lobo?

«Sì, il filler all’acido ialuronico nella zona dell’orecchio è indicato solo per la parte inferiore che è composta principalmente dal tessuto cutaneo. Sulle restanti parti del padiglione auricolare è vivamente sconsigliato iniettare alcuna sostanza perché sono costituite principalmente da cartilagini, e poi sono molto vascolarizzate. Ciò aumenta il rischio di complicanze, che possono essere anche molto severe. In ultima istanza, non c’è bisogno di iniettare alcunché: come abbiamo visto, la zona dell’orecchio che invecchia è sostanzialmente il lobo».

Il filler all’acido ialuronico può correggere altri inestetismi?

«Se ci si riferisce a lobi rovinati da orecchini molto invasivi, come quelli che allargano il lobo delle orecchie (noti come dilatatori), la risposta è no: il filler all’acido ialuronico non basta a ricostruire un tessuto semi-distrutto. In quel caso, occorre la chirurgia plastica».

Quanto dura il filler all’orecchio?

«Tanto, anche oltre i 12 mesi e gli studi lo confermano. Il motivo è dovuto sia alla morfologia del tessuto che a un fatto epigenetico individuale. Se da un lato in quell’area la cute è meno fragile, dall’altro lato è anche meno sollecitata dagli stress ambientali o relativi allo stile di vita. Certo, è molto importante indossare orecchini leggeri e proteggere le orecchie dal sole.

Uno dei suggerimenti sempre più ricorrenti in ambito salutistico è di spalmare la crema con SPF sino ai padiglioni auricolari (ma vale in genere per la skincare). Perché non ricordarsi dei lobi, allora? Un gesto di una frazione di secondo può allungare la durata del filler, e nello stesso tempo aumentare la protezione dal melanoma, in una zona decisamente a rischio. Proprio perché dimenticata, e non solo dal punto di vista estetico».

 

 

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