L’ultima frontiera del ritocchino estetico? Il filler alle tempie! Una zona inimmaginabile, almeno di primo acchito. Ma se ci soffermiamo a pensare all’invecchiamento, capiremmo che le tempie rivestono un ruolo determinante in quella che potremmo definire “architettura del viso”.
«Con l’età si assiste a due fenomeni fisiologici ben precisi: da un lato c’è la perdita di perdita di volume dal viso, dovuta al riassorbimento osseo e all’assottigliamento dei tessuti adiposi sottocutanei. Dall’altro lato, la pelle comincia a “scivolare” verso il basso a causa dell’impoverimento delle fibre di collagene ed elastina, le proteine che sostengono la cute» spiega il dottor Andrea Romani, dermatologo, membro di ISPLAD (International Italian Society of Plastic Aesthetic and Oncologic Dermatology).
A complicare il quadro subentra la forza di gravità a cui i tessuti cutanei sono inevitabilmente costretti a cedere, contribuendo così ad alterare la fisionomia del viso. «Se si sommano tutti questi fattori (riduzione volumetrica, cedimenti tissutali e leggi della fisica), si comprende bene come il viso âgé appaia svuotato. E tale svuotamento comincia a manifestarsi proprio a partire dalle tempie. Anzi, sono le tempie stesse a svuotarsi, oltre agli zigomi e alle guance» precisa il dermatologo.
Questo effetto di svuotamento del viso altera la forma dell’ovale, che si configura in quella che in medicina estetica si definisce “triangolo invertito”. «Con il passare del tempo, la parte superiore del volto (fronte, tempie e parte alta degli zigomi) tende ad affinarsi sbilanciando i volumi della parte inferiore, in particolare al livello della mandibola. Ecco che la forma del viso, da essere triangolare con il vertice rivolto verso il basso, si inverte nel suo contrario: da qui ha origine l’associazione semantica del viso invecchiato al triangolo invertito».
Se il viso è svuotato nel terzo superiore
Per rimodellare l’ovale del viso, una soluzione è rappresentata dal filler nella zona temporale. «Serve a riposizionare i volumi del terzo superiore del volto che nel frattempo si sono assottigliati e sono ceduti verso il basso. Più che un risultato volumizzante, il filler alle tempie permette di ottenere un effetto di ripristino dei volumi allo scopo di restituire armonia al viso» prosegue lo specialista. Se si bilanciano le proporzioni a partire dalla zona temporale, il viso sembrerà più snello e quindi più giovane.
«Il trattamento può essere effettuato anche per migliorare il contorno orbicolare (delle orbite ndr) e rendere più incisiva l’area dello sguardo che con l’età perde di definizione. Il paragone sembrerà azzardato, ma una delle caratteristiche dell’invecchiamento è che la zona delle orbite tendono a far emergere l’aspetto dello scheletro». Fortunatamente non è sempre così, ma il paragone fa comprendere meglio il concetto.
«In quest’ottica, il filler alle tempie regala una sorta di lifting in senso verticale perché dona apertura al viso senza appesantirlo, tutt’altro: lo alleggerisce».
Come si effettua il filler alle tempie
Uno dei prodotti più indicati è l’acido ialuronico crosslinkato che deve dare sostegno e volume in modo soft. «Molto importante è la quantità di prodotto da iniettare, mai troppa, e soprattutto la tecnica. Al “classico” ago da filler si preferisce la cannula che minimizza i traumi e aiuta a stendere meglio il prodotto con un movimento a ventaglio. Nell’area delle tempie la pelle è infatti molto sottile e delicata, pertanto si ritiene necessario procedere con una tecnica minimamente invasiva, come permesso dalla cannula»
Quando fare il filler alle tempie
Quando è il caso di pensare a un filler alle tempie? «Quando il viso è più largo nella parte inferiore rispetto a quella superiore, un evento che può manifestarsi a partire dai 50 anni. Senz’altro non è un trattamento prioritario, anche perché, in genere, è il medico che dovrebbe suggerire il trattamento più idoneo per il paziente, e non il contrario».
I tempi del trattamento
La durata del filler alle tempie è molto lunga «In genere, occorre un ritocco 2-3 volte l’anno e nel frattempo, la pelle avrà beneficiato di un buono stimolo a produrre più acido ialuronico e collagene» conclude il dottor Romani.