I filler di acido ialuronico possono riempire le cicatrici da acne profonde e, in alcuni casi, possono innescare un processo di rigenerazione della pelle. Scopri le soluzioni possibili per recuperare una pelle dalla grana più uniforme
A qualsiasi età le cicatrici da acne hanno un impatto psicologico piuttosto elevato. E il filler riempitivi può rappresentare una valida soluzione, sebbene non sia risolutiva al 100%, poiché si tratta sempre di un trattamento mini-invasivo non chirurgico dalla durata temporanea.
«Di solito le cicatrici residuano in seguito a forme severe di acne, cioè quelle caratterizzate da cisti e papule che arrivano sino al derma. I semplici brufoli dell’adolescenza, cioè quelli che si formano al livello superficiale dell’epidermide, non esitano in cicatrici profonde. Stesso discorso vale per le imperfezioni che possono colpire la pelle grassa o impura: quasi mai lasciano cicatrici depresse o avallate, semmai possono esitare in segni rossi transitori, in attesa che si schiariscano del tutto» spiega la dottoressa Maria Rosa Gaviglio, dermatologa. In questi casi, è fondamentale proteggere la pelle dal sole, per evitare che le lesioni post-infiammatorie si trasformino in macchie scure, soprattutto se la carnagione è di tipo olivastro.
«Di fronte a un caso di acne severa, il compito del dermatologo è quello di impostare un piano terapeutico efficace, in grado di arrestare la manifestazione della patologia e ridurre così il rischio di cicatrici. In particolare, sono le cisti e i noduli che si trovano in profondità le lesioni infiammatorie su cui si deve rivolgere la maggiore attenzione, poiché sono quelle che tendono a formare le cicatrici che in futuro sarà più difficile cancellare» prosegue la dottoressa.
I tipi di cicatrici da acne
«Le cicatrici da acne si distinguono in cicatrici molto piccole e profonde, denominate “ice-pick” (a punta di chiodo), e cicatrici tondeggianti che conferiscono al viso un aspetto bucherellato, dette “rolling” e “boxcar”. Tutti questi segni sono paragonabili a una marchiatura della pelle, e rappresentano una sfida per il dermatologo che oggi dispone di vari mezzi per attenuarle» continua la dottoressa Gaviglio. Uno di questi mezzi è il filler di acido ialuronico, utilizzato sia a scopo estetico che a scopo curativo. «L’acido ialuronico, da un lato riempie i “buchi” lasciati dall’acne, dall’altro lato aiuta i tessuti a rigenerarsi poiché è una molecola che richiama acqua, un elemento essenziale per la rigenerazione tissutale».
Il filler per riempire le cicatrici da acne
Contro le cicatrici profonde da acne, si impiega una tecnica iniettiva capace di rendere uniforme la superficie della pelle uniforme. La profondità dell’iniezione dipende dalla severità della cicatrice che necessita di essere riempita e “livellata”. In genere, l’ago utilizzato è molto sottile e l’acido ialuronico è ad alto o medio peso molecolare, adatto cioè a creare una struttura volumizzante che abbia una maggiore durata.
Dopo il trattamento si può manifestate un lieve arrossamento e gonfiore nella zona dell’iniezione che si risolve in 48 ore.
I risultati
I risultati del filler riempitivo delle cicatrici da acne durano dai 6 agli 8 mesi. La durata dipende dalla risposta individuale. Alcuni pazienti hanno bisogno di ripetere il trattamento con più frequenza. In altri casi, i filler innescano un processo progressivo di riparazione della pelle che migliorano l’aspetto delle cicatrici in modo più duraturo.
«I risultati migliori si ottengono in combinazione ad altri trattamenti, come i peeling medicali, i laser frazionati e i needling. Tutti questi trattamenti attuano un’azione di resurfacing, rinnovamento della superficie della pelle che migliorano la texture della pelle. È importante ricordare che ogni paziente è un caso a sé, e merita un’attenta valutazione da parte del dermatologo. Il trattamento delle cicatrici è lungo e complesso, ma oggi è sempre più diffuso la combinazione di più trattamenti dermatologici per eliminare le tipiche depressioni della cute lesionata da cicatrici da acne di vecchia data, che non deve fare più paura» conclude la dottoressa Gaviglio.