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Contorno mandibolare: 7 tecniche per risollevarlo

Contorno mandibolare: 7 tecniche per risollevarlo

Contorno mandibolare

L’armonia di un volto dipende anche dalla definizione del suo contorno mandibolare che può facilmente perdere compattezza. «La causa principale è il passare del tempo che, favorendo lo svuotarsi e il cedere del tessuto cutaneo, finisce per rendere meno netti i confini del viso» commenta il dottor Vittorio Crobeddu, dermatologo e medico estetico a Bari.

«Ma non va dimenticato che anche un dimagrimento repentino e molto consistente può essere la causa del cedimento dei tessuti nell’area del viso: le guance “scivolano” verso il basso e il contorno mandibolare perde la sua naturale definizione».

Contorno mandibolare: così si risolleva

Molte le tecniche che la medicina estetica può utilizzare per risollevare un contorno mandibolare poco definito. «È la competenza del professionista che permette di analizzare con precisione la situazione di partenza nel corso di una visita preliminare così da poter decidere come intervenire con l’obiettivo di raggiungere i risultati attesi, nel modo più efficace e sicuro» commenta l’esperto. Tenendo comunque conto che, nel caso di cedimenti particolarmente significativi, il ricorso alla chirurgia può essere opportuno.

L’acido ialuronico

«Può rappresentare una valida soluzione nel caso di una ptosi della zona mandibolare non eccessivamente pronunciata» commenta l’esperto. «Ripristinando la pienezza del tessuto risolleva infatti la parte a patto, comunque, che si scelga un acido ialuronico studiato in maniera specifica per dare un effetto liftante. Anche l’uso della cannula al posto dell’ago può contribuire ad ottenere una maggior azione di risollevamento del tessuto del contorno mandibolare».

Gli ultrasuoni microfocalizzati

«Sviluppano un calore che lavora sugli strati più profondi innescando il processo di formazione di nuovo collagene e ricompattando l’area del contorno mandibolare» spiega l’esperto. In alcuni protocolli vengono associati a infiltrazioni di idrossiapatite di calcio per un’azione stimolante e tonificante ancora più decisa. Da tenere conto che i risultati definitivi si hanno in genere dopo 4-6 mesi dal trattamento quando le fibre elastiche già presenti si riorganizzano e quelle nuove creano una struttura tensiva più solida.

La radiofrequenza

Attraverso impulsi elettromagnetici del tutto indolori viene indotta la produzione di elastina e di collagene. Nella versione classica transcutanea si passa sull’area un manipolo liscio mentre in quella frazionata si impiega un manipolo con microaghetti che, penetrando nel derma, convogliano gli impulsi elettrici in profondità. In entrambi i casi viene provocato un riscaldamento controllato dei tessuti che favorisce la neocollagenasi.

Il laser

Viene utilizzato un particolare tipo di laser frazionato non ablativo che, in modo rapido e non invasivo, rigenera e ricompatta il tessuto stimolando la produzione di fibre elastiche. Il laser attiva la pelle, la rende più piena con un effetto lifting non chirurgico visibile già dopo un paio di sedute.

Il microneedling

Si tratta di una metodica mininvasiva che stimola la produzione di elastina e di collagene, particolarmente efficace nel caso di lassità del terzo medio e del terzo inferiore del volto, nonché di collo e décolleté. Prevede l’impiego di aghi monouso che, penetrando delicatamente nel tessuto del controno mandibolare a profondità predeterminate dall’apparecchiatura, stimolano il rilascio di fattori di crescita che, in un effetto a cascata, attivano la produzione di elastina e collagene. Il trattamento non provoca dolore, non lascia arrossamenti e offre risultati che durano anche fino a un anno.

I fili di trazione

«Realizzati in materiali biocompatibili, indolori al momento dell’inserimento, permettono di realizzare un minilifting non chirurgico che va a ridefinire l’area del contorno mandibolare» spiega l’esperto. Una volta inseriti infatti svolgono un’azione di biostimolazione attivando la produzione di collagene con un leggero effetto tensorio sulla cute, più significativo se si utilizzano fili a spirale o dotati di spine che hanno una maggior azione di trazione.

I fili si riassorbono in un arco temporale che va dai 90 ai 180 giorni ma la loro azione stimolante si prolunga per 4-5 mesi. Per un maggior effetto liftante i fili possono essere combinati con altre metodiche soft come il laser, i filler a base di acido ialuronico, i trattamenti biostimolanti a base di vitamine e sostanze rigeneranti.

La biostimolazione

«Alcune sostanze come l’acido polilattico uniscono all’azione riempitiva un effetto biostimolante che attiva la produzione di collagene» commenta l’esperto. Sempre in funzione stimolante e biorivitalizzante si possono impiegare acido ialuronico non crosslinkato mescolato con nutrienti essenziali come aminoacidi, antiossidanti, minerali, vitamine come la B6, essenziale per la produzione dell’energia necessaria al metabolismo delle cellule.

Agiscono in funzione booster anche oligopeptidi e polidessosiribonucleotidi che, soprattutto in combinazione, sono in grado di potenziare i meccanismi di rigenerazione della cute stimolando la produzione di collagene per dare compattezza al contorno mandibolare. Le infiltrazioni sono indolori e non lasciano segni: due protocolli annuali, da 4-5 sedute ognuno, sono ottimali per ottenere risultati soddisfacenti e mantenerli nel tempo.