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Acido ialuronico vs altri filler: vantaggi e svantaggi

Acido ialuronico vs altri filler: vantaggi e svantaggi

filler acido ialuronico

Dici filler e immediatamente lo associ all’acido ialuronico. «Sicuramente una delle sostanze più usate, e più apprezzate, per lavorare non solo sui volumi ma anche sulla qualità della pelle» precisa il dottor Vittorio Crobeddu, medico estetico Isplad a Bari. Accanto all’acido ialuronico esistono però anche altre sostanze usate come filler per le varie correzioni del volto. Vediamo quali sono, i loro punti di forza, i vantaggi e gli svantaggi del loro utilizzo.

Acido ialuronico, un classico intramontabile

Il primo punto da tenere presente è che gli italiani amano i ritocchi soft. Non a caso il segmento degli iniettabili domina il mercato della medicina estetica coprendo l’82,3% di tutte le procedure effettuate (dati Osservatorio Agorà). Con 180 mila interventi eseguiti nel 2021, l’acido ialuronico si posiziona per altro al primo posto nella classifica degli iniettabili con il 46,7% del totale delle procedute (dati ISAPS, International Society of Aesthetic Plastic Surgery). «Del resto, sono ben noti i punti di forza di questa sostanza che è innanzitutto biocompatibile essendo naturalmente presente nell’organismo, e in più versatile e maneggevole da parte dell’operatore» continua l’esperto.

Soluzioni su misura

La vasta gamma di formulazioni iniettabili a base di acido ialuronico oggi a disposizione permette di rispondere con puntualità ad ogni esigenza modulando i risultati in base alla situazione di partenza, all’età e ai desiderata dei pazienti, là dove il medico lo ritenga possibile. Prodotti diversi per consistenza e tecniche di infiltrazione differenti assicurano correzioni su misura. «Che possono persino essere “rivedute e corrette”, qualora fosse necessario, con l’intervento della ialuronidasi» commenta il dottor Andrea Romani, dermatologo Isplad.

Tra i dispositivi medici più sicuri in assoluto, l’acido ialuronico presenta un numero davvero minimo di controindicazioni che sono per altro le stesse previste per altri iniettabili. Ovviamente le grandi potenzialità dello ialuronico rischiano di essere vanificate dall’impiego di prodotti non di qualità oppure dall’utilizzo da parte di mani poco esperte. «Va sempre ricordato infatti che l’acido ialuronico come qualsiasi altro filler è “operatore dipendente”: sicurezza nell’utilizzo e certezza nei risultati sono condizionate dalla professionalità dell’operatore» precisa il dottor Romani.

Acido ialuronico vs idrossiapatite di calcio

«Va precisato innanzitutto che tutti i materiali che si utilizzano oggi come filler sono riassorbibili: hanno cioè una durata limitata nel tempo e questo rappresenta un vantaggio più che uno svantaggio, sotto diversi punti di vista» precisa Crobeddu. L’idrossiapatite di calcio, ad esempio, è una sostanza naturalmente presente nel corpo che può essere utilizzata come filler per il rimodellamento del volto; ha una durata leggermente maggiore rispetto allo ialuronico e può essere impiegata per la correzione di superfici piuttosto estese che tendono a cedere come il contorno mandibolare.

Al pari dello ialuronico, anche l’idrossiapatite di calcio, opportunamente diluita, può essere usata per la biostimolazione: sollecita infatti la produzione di elastina e collagene con un effetto di ringiovanimento globale del viso. Va ricordato per altro che acido ialuronico e idrossiapatite di calcio si possono usare in abbinamento per migliorare i risultati.

Le infiltrazioni delle due sostanze, eseguite a distanza di pochi minuti una dall’altra, sono in grado di ripristinare i volumi e ridare definizione ai contorni. «In medicina estetica, infatti, la chiave per ottenere miglioramenti reali nel segno della naturalezza è sempre più quella di combinare diversi trattamenti e correzioni multiple anche nel corso della stessa seduta» precisa Crobeddu.

Acido ialuronico vs acido polilattico

«La biostimolazione viene considerata ad oggi una delle tecniche più efficaci per dare al viso un aspetto più fresco e vitale» spiega Crobeddu. Tra le sostanze che si possono utilizzare in funzione rigenerante, oltre all’acido ialuronico, troviamo l’acido polilattico. A differenza dello ialuronico, questa sostanza agisce solo come stimolante ma non come riempitivo e non viene quindi impiegata per il ripristino dei volumi. Iniettata in profondità attiva la produzione di collagene, fibra elastica strutturale capace di mantenere definiti i tratti e il profilo del volto.

Si impiega quindi su guance e zigomi ma non per dare pienezza alle labbra, ritoccare il naso oppure minimizzare le rughette del contorno occhi. «L’acido ialuronico rappresenta invece un prezioso supporto per il perfezionamento e il ringiovanimento dell’area dello sguardo, con un buon ventaglio di indicazioni da cui vanno escluse però le borse e le occhiaie dovute a un’iperpigmentazione della cute» spiega il dottor Crobeddu.

Acido ialuronico vs altri iniettabili

Se l’acido ialuronico rimane proprio per le sue caratteristiche il più usato in medicina estetica, non va dimenticato che, oltre a quelle sopra citate, ci sono altre sostanze che possono essere usate come filler. «Fondamentale è che il medico conosca punti di forza e punti di debolezza di ognuna di loro per poterle utilizzare nel modo più appropriato, da sole o in abbinamento dove possibile» commenta il dottor Crobeddu.

Prendiamo il caso del collagene. Questa proteina naturale, e quindi ben tollerata, agisce come riempitivo, in particolare per le labbra e per zone depresse come le cicatrici chirurgiche o da acne, ma anche come biostimolante favorendo la produzione di nuove fibre elastiche che danno supporto e compattezza alla cute. Al pari dello ialuronico, il collagene ha tempi di riassorbimento che variano da persona a persona, offrendo comunque la possibilità di ripetere il trattamento quando necessario.

Ha tempi più lunghi di riassorbimento invece il policaprolattone, sostanza sintetica polimerica biocompatibile (e per questo riassorbibile) usata con efficacia e sicurezza come filler. Per riempire, innanzitutto, senza gonfiare ma anche per stimolare la produzione di collagene così da rendere la cute più compatta e fresca.