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Filler uomo: domande e risposte

Filler uomo: domande e risposte

filler uomo

Cresce il ricorso da parte degli uomini alla medicina estetica e al filler in particolare. Secondo i dati di ISAPS, (International Society of Aesthetic Plastic Surgery) nel 2022 la domanda è aumentata in tutto il mondo del 18% superando le richieste dell’era pre-pandemica. La fascia di età prevalente? Dai 30 ai 55 anni, ma ciò non esclude i “poli” opposti: sempre più 25enni e over 60, infatti, bussano alla porta del medico estetico per migliorare principalmente l’aspetto del viso (nell’indagine il corpo occupa una posizione di netto stacco). Ma cosa chiedono di preciso? E come funziona il filler per uomo? Abbiamo provato a sciogliere i principali dubbi insieme agli esperti.

Cosa chiedono gli uomini alla medicina estetica?

«In genere, a differenza delle donne che tendenzialmente chiedono trattamenti specifici, gli uomini sono meno precisi sulle proprie esigenze: spesso non sanno individuare le “correzioni” estetiche di cui avrebbero bisogno. Ma poi si scopre che prima di giungere dal medico estetico, si sono informati a lungo. Di certo la richiesta principale è di carattere soft: desiderano sì migliorare o sembrare più giovani ma in modo naturale, senza cioè stravolgere i loro lineamenti. Insomma, nella maggioranza dei casi all’uomo piace il filler che non si vede» precisa il dottor Giorgio Astolfi, medico estetico e specialista in medicina estetica.

Come si può intervenire sul viso di un uomo?

«La risposta dipende dall’esigenza e dall’età. Bisogna cioè distinguere l’uomo che ha bisogno / desiderio di avere un aspetto più giovane, dall’uomo che, invece, presenta dismorfismi morfo-scheletrici che rendono ai suoi occhi il viso meno gradevole o virile. È il caso, per esempio, del mento sfuggente o poco proiettato, della linea mandibolare poco definita o del naso con una piccola gobba o la punta un po’ cadente. Non a caso, spesso gli uomini ricorrono al rinofiller  per correggere il profilo» continua Astolfi.

Come agiscono i filler per uomo contro l’invecchiamento?

«Il meccanismo del filler al maschile è lo stesso della donna: riempire le rughe attraverso iniezioni di acido ialuronico. La differenza è che nell’uomo si tende a utilizzare tipologie di acido ialuronico diverse» spiega il dottor Andrea Romani, dermatologo e membro di ISPLAD (International Italian Society of Plastic Aesthetic and Oncologic Dermatology)».

Che tipo di filler si usa per l’uomo?

«Restando nell’acido ialuronico per gli uomini si preferisce usarne un tipo con un peso molecolare e un cross-linking maggiore. Che cosa vuol dire? Che le molecole di acido ialuronico sono legate insieme in modo più denso. Questo crea una sorta di matrice che rende il prodotto più compatto e meno fluido, adatto alla pelle maschile» continua Romani.

Quanto dura?

«La durata è soggettiva, poiché ogni individuo ha un suo proprio metabolismo con cui “consuma” letteralmente l’acido ialuronico. In genere, anche sull’uomo il filler dura dai 6 agli 8 mesi» dice Romani.

L’uomo invecchia diversamente dalla donna?

«Tecnicamente tra uomo e donna i meccanismi fisiologici di invecchiamento sono gli stessi. Ciò che cambia è lo spessore della pelle che negli uomini è maggiore. Così come maggiore è la produzione di sebo da parte delle ghiandole sebacee a causa del testosterone. Ciò influisce sui tempi che sono tendenzialmente più lenti. Ma c’è un rovescio della medaglia: una volta che le rughe si sono formate, sono più profonde proprio per via del maggiore spessore cutaneo» dice Romani.

Ci sono altri filler oltre all’acido ialuronico?

«Certo! Esistono filler a base di sostanze biocompatibili che nel tempo si assorbono e che, quindi, hanno una durata temporanea, come l’acido ialuronico. Ma, a differenza di quest’ultimo, non servono a riempire la ruga bensì a stimolare la produzione di collagene, la proteina che conferisce tonicità e compattezza alla pelle. Per questo motivo, questi filler “alternativi” spesso sono usati per modellare il volto soprattutto quando ha perso un po’ di definizione. E questo è evidente nei contorni, nella famosa mascella quadrata tipica maschile che con gli anni tende a diventare più tondeggiante o nascosta dai cedimenti cutanei dell’area sotto il mento» precisa Astolfi.

Che cosa si intende per rimodellamento del volto maschile?

«Nell’armonia di un volto maschile l’asse mandibola – mento – mascella (che in gergo si chiama jawline) riveste un ruolo primario, forse più che nella donna. Se si riallinea questo asse, il viso guadagna un miglioramento lampante, pur restando naturale. Diventa, cioè, più triangolare e meno tondeggiante. Persino il naso sembra meno proiettato in avanti, anche se va precisato che alcuni nasi cosiddetti importanti godono di un certo fascino. Inoltre, si può ridurre un eventuale doppiomento, dovuto al cedimento cutaneo. In questo modo, il viso acquista carattere e virilità» spiega Astolfi.

La virilità è ancora cercata oggi?

«Certo. Gli uomini di oggi vogliono restare giovani e belli ma non a discapito della loro virilità. È importante far comprendere a pazienti di tutte le età che con le nuove tecniche di filler, ciò non solo è possibile, ma è anche perseguibile» rassicura Astolfi.

È possibile, quindi, non femminilizzare un viso nonostante il filler?

«Assolutamente sì! Tutto sta nelle quantità di prodotto che si inietta di volta in volta. Oggi poi ci sono tecniche sempre più mirate che hanno lo scopo di non alterare la mascolinità, anzi semmai la enfatizzano. Inoltre, nell’uomo, a differenza della donna, si interviene in punti ben precisi del volto, studiati appositamente per l’anatomia maschile. Perché l’obiettivo è senz’altro diventare più belli, piacersi di più, sembrare più giovani. Ma sempre restando se stessi» conclude il dottor Romani.