Il filler non ha una data di scadenza. Il che sta a significare che non c’è un limite massimo di età entro il quale si possa decidere per un ritocco del viso con l’acido ialuronico. Ma come sempre quando si parla di medicina estetica, e di filler in modo particolare, le precisazioni sono d’obbligo. Perché se un divieto assoluto non esiste, esiste comunque il buon senso che, al di là della questione età, dovrebbe sempre guidare le scelte e indicare se e quando sia opportuno o meno fare un filler.
Filler, le ragioni di una scelta
Più l’età avanza e più il desiderio di chi si approccia alla medicina estetica è quello di avere un aspetto fresco che lasci trasparire il meno possibile quello che la carta d’identità denuncia. «In questa direzione sono la professionalità e l’esperienza del medico a decidere sul da farsi nell’ottica di un ringiovanimento che sia il più possibile naturale» commenta il dottor Vittorio Crobeddu, dermatologo Isplad e medico estetico a Bari.
«Nulla vieta che la scelta cada su un filler, ma possono essere valutati anche altri trattamenti in grado di intervenire in maniera puntuale sui diversi inestetismi che il passare del tempo può provocare. E dal momento che ogni viso invecchia in maniera diversa e che non è certo il riempire una ruga a far magicamente sparire anni dal volto, ecco che il compito del professionista serio è proprio quello di dedicarsi con attenzione all’analisi del volto così da poter stendere un piano di intervento su misura che possa renderlo più attraente nel pieno rispetto delle caratteristiche dell’età».
Filler sì, no o forse
Equilibrio e naturalezza non conoscono età. «Questo significa che la scelta di fare un filler deve sempre rientrare in una strategia di intervento che non perda di vista questi due punti fermi, che si tratti di operare su un viso giovane oppure su uno con qualche anno in più» continua l’esperto.
«In quest’ultimo caso non va dimenticato che ci può sempre essere il rischio che, nel tentativo di ringiovanire un volto, si finisca per farlo sembrare ancora più vecchio. E questo succede nel momento in cui ritocchi eccessivi, fatti senza criterio e senza rispetto di un’armonia che cambia inevitabilmente con il passare del tempo, appesantiscono i tratti finendo a volte per rendere l’insieme ancora meno fresco di come era in partenza».
Una parte del tutto
Quella della giovinezza è un’idea per così dire “fluida” che si evolve e cambia nel tempo. Se fino a qualche decennio fa erano le rughe ad essere vissute come primo e quasi unico indicatore del trascorrere inesorabile del tempo, oggi è chiaro che è la qualità della pelle a giocare a favore della giovinezza di un volto.
«E qui torna il discorso che non si può pensare di sembrare più giovani solo con un filler: prima di affrettarsi a riempire un solco è bene farsi carico dello stato di salute della cute» continua l’esperto. Del resto, chi approccia il filler in tarda età tende in genere ad attribuire a questa pratica aspettative eccessive; rischia quindi spesso di essere scontento del risultato finale o paradossalmente di non accettarsi allo specchio una volta fatta la correzione.
Interventi a 360°
Diverso invece il discorso per chi segue da tempo un percorso professionale di cura del viso all’interno del quale “la punturina” può essere considerata parte integrante, ma non esclusiva. In questi casi la persona è sicuramente più consapevole dell’importanza di prendersi carico in toto del viso non solo riempendo le rughe ma anche affidandosi ad altri trattamenti di medicina estetica e all’uso costante di prodotti topici domiciliari.
Il tutto in un circolo virtuoso: una pelle ben curata e mantenuta elastica e compatta grazie al corretto apporto di sostanze funzionali, infatti, non solo riceve al meglio l’impianto di ialuronico, qualsiasi sia l’età in cui viene fatto, ma permette anche al viso di mostrarsi a lungo con un aspetto fresco.