Guance da criceto, labbra esagerate nasi artefatti, zigomi alterati. Tutti passi falsi o errori che possono capitare quando si decide di ricorrere al filler. Quando il trattamento non dà i risultati sperati, è compito dello specialista individuare il problema e cercare soluzioni ad hoc.
Primo problema: esiti deludenti
Capita che il paziente chieda al medico più di quanto si possa realmente ottenere. «A volte le aspettative del paziente che richiede un filler di acido ialuronico sono irrealistiche», premette il dottor Andrea Romani, dermatologo membro di Isplad (International Italian Society of Plastic Aesthetic and Oncologic Dermatology). Un occhio ai dati conferma che il ritocchino attira sempre di più. Stando al Codacons, le richieste di ritoccare il viso sono schizzate del 45% nei primi sei mesi del 2021, rispetto all’anno precedente. Le infiltrazioni di acido ialuronico sono al secondo posto nella classifica delle procedure più gettonate, con oltre 250mila trattamenti erogati. «Può capitare che il risultato estetico non combaci con le aspettative iniziali».
Per prevenire: la visita preliminare
«Per evitare che si esageri con la domanda di ritocco ed essere chiari sul risultato ottenibile con il filler di acido ialuronico, la visita preliminare, con un attento esame obiettivo da parte del professionista, è fondamentale», prosegue Romani. «Per esempio nel caso delle rughe, la correzione può dare risultati molto buoni in alcuni casi, mentre in altri l’inestetismo può essere solo migliorato esteticamente. Questo aspetto deve essere chiarito in modo trasparente al paziente».
Le rughe nasolabiali, per esempio, specialmente se molto profonde perché magari lo zigomo è scivolato verso il basso e la pelle risulta molto segnata, si possono rendere meno evidenti con un filler di acido ialuronico, ma non eliminare del tutto. «Una semplice prova messa in atto dallo specialista consiste nel distendere la pelle con le dita per verificare se la ruga scompare o resta un solco», spiega l’esperto. «Se il fondo della ruga non si fa distendere, come se avesse una sorta di “briglia“ che la tiene ancorata verso il basso, significa che si potrà ottenere una discreta correzione, dal 50 al 70%, ma non di più».
Soluzione: il re-intervento
Se la paziente non è soddisfatta della correzione con il filler di acido ialuronico, che ritiene carente o non corrispondente alle sue aspettative, trascorse almeno due settimane, se lo specialista lo ritiene opportuno e previa una nuova valutazione della situazione, si può ripetere il trattamento. «L’acido ialuronico presenta il vantaggio enorme della riassorbibilità», spiega lo specialista. «Essendo una sostanza naturalmente presente nell’organismo, viene progressivamente riassorbito, lasciando la possibilità di re-intervenire successivamente in modo più aderente ai desideri del paziente».
Secondo problema: correzione troppo visibile
Fondamentale la scelta del giusto filler di acido ialuronico. «La formulazione di ialuronico da usare va decisa con attenzione, in base alla zona che si va a trattare e alla tipologia di cute, più o meno sottile, in modo che permetta la giusta correzione senza rischio che risulti palpabile e persino visibile, quando la paziente è a riposo. Per le rughe più profonde o per difetti volumetrici si utilizzano formulazioni di acido ialuronico più dense, cross-linkato, che vanno iniettate nel derma profondo. Se posizioniamo un prodotto molto “duro“ in una posizione superficiale, l’inconveniente possibile è la formazione di un rigonfiamento, o cordone duro al tatto, frutto di un’ipercorrezione o scelta di un materiale non idoneo».
Può succedere anche sulla fronte: utilizzando un materiale di particolare densità iniettato non abbastanza in profondità, l’effetto potrebbe essere quello di un’antiestetica “corona di rosario“ nella zona di somministrazione. Anche nella zona laterale della guancia, nell’area delle “pieghe da cuscino” (cosiddetto perché si formano per via della posizione notturna), la correzione può non risultare perfetta.
Per lo stesso motivo non bisognerebbe mai utilizzare un’eccessiva quantità di filler per correggere la singola ruga, ma è preferibile dividere il trattamento in due sedute, creando due piani sovrapposti. Un’altra possibile causa di ipercorrezione è la distanza troppo ravvicinata dei filler, che vanno eseguiti a non meno di tre o quattro mesi l’uno dall’altro.
Terzo problema: effetti innaturali
Un profilo del naso percepito come innaturale può essere anch’esso frutto di un errore di valutazione nella quantità di materiale utilizzo. «Per il rinofiller, cioè il filler di acido ialuronico che lavora sui difetti nel profilo del naso, come la correzione del gibbo o della sella, bastano spesso poche quantità di prodotto», chiarisce Romani. «Se se ne usa una dose eccessiva, il risultato può alterare il contorno naturale del naso. Se si commette lo stesso sbaglio con lo zigomo, si potrà incorrere in un gonfiore nell’immediato, perché la zona tende a richiamare acqua, ma anche a complicanze a lungo termine, dovute alla compressione dei vasi sanguigni».
Soluzioni: massaggi e ialuronidasi
Si può cercare di favorire l’assorbimento di un eccesso di prodotto con massaggi, impacchi caldi che favoriscono una migliore distribuzione del prodotto nell’area trattata e l’aiuto di antinfiammatori locali. «In casi opportunamente valutati, dopo un filler di acido ialuronico si può ricorrere all’iniezione di un enzima, la ialuronidasi, che degrada l’acido ialuronico in modo da farlo gradualmente scomparire», conclude il medico. «Un intervento che però può avere effetto degradante anche verso l’acido ialuronico naturalmente presente nella cute, quindi è bene riservarlo a piccole aree».